mercoledì 18 marzo 2009

ROMPERE IL PATTO DI STABILITA' SE NECESSARIO

Era il lontano 1999 quando, con il Trattato di Maastricht, i Paesi membri dell’Unione Europea decisero di stipulare l’accordo che prese il nome di Patto di Stabilità per controllare le rispettive politiche di bilancio, al fine di mantenere fermi i requisiti di adesione all’Unione Economica Monetaria e rafforzare le politiche di vigilanza sui deficit e i debiti pubblici. Il resto è storia.
Ma la storia cambia e ora viviamo una grave crisi finanziaria di livello mondiale. Qualche giorno fa la Presidente di Confindustria, Emma Mercegaglia, durante il convegno biennale della Piccola Industria tenutosi a Palermo, ha chiesto allo Stato di mettere soldi reali nel sistema economico per superare questa crisi che ci attanaglia e che non permette alle imprese di sopravvivere.
Su questo aspetto la richiesta (non solo di Confindustria) è ragionevole e quindi, occorre rivedere questo meccanismo (e apprezziamo con favore che un primo passo in Parlamento è stato fatto con l’approvazione della mozione che va in questa direzione), che sta di fatto impedendo agli Enti che dispongono di risorse finanziarie proprie, di investire soldi esistenti e reali per interventi sul territorio che consentirebbero di rispondere adeguatamente a due aspetti. In primo luogo, permetterebbe di investire nella realizzazione di opere necessarie per il territorio. In secondo luogo, risulterebbe essere una vera iniezione di denaro atto a sostenere l’economia e onorare i pagamenti in tempi ragionevoli per il sistema delle imprese che oggi sopportano tempi davvero troppo lunghi con le possibili ripercussioni per i lavoratori occupati.
Per questo motivo credo vada condivisa la manifestazione indetta dall’Anci Piemonte, che ha visto mercoledì 18 marzo i sindaci della provincia di Torino incatenati davanti alla Prefettura. Con questo atto hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo sulla crisi e sulle ricadute, anche occupazionale, particolarmente pesanti sul nostro territorio, sollecitando al contempo una modifica di quei vincoli che impediscono alle amministrazioni di spendere le risorse già disponibili nei propri bilanci in quanto, l’eccessiva rigidità del patto di stabilità, rende inattuabile una seria politica di spesa ponendo gli enti dinanzi ad una durissima scelta: ridurre i servizi ai cittadini o tagliare gli investimenti.

dal blog di Sergio Vallero

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