mercoledì 18 febbraio 2009

PROBLEMA SICUREZZA

Rispondo alla Signora che ha scritto ieri un interessante commento.
Per non girarci troppo attorno: la questione posta dall’anonima commentatrice è vera e reale: nascondendosi dietro a risposte evasive o fingere che non sia così non ci aiuta certamente a capire cosa succede nella vita reale con conseguenze che alla lunga possono diventare disastrose.
La questione non è però puntare il dito sulla nazionalità di chi compie un atto illegale, ma concentrarsi sull’atto stesso. Porto un esempio: durante la “Festa Rossa” tenutasi il Settembre scorso a Candiolo un manipolo di persone sono arrivate mentre si festeggiava e hanno dato inizio ad una rissa molto violenta. Io stesso sono stato malmenato e un mio caro amico è dovuto andare in ospedale. Non erano né rumeni, né albanesi e neppure magrebini…erano tutti personaggi di italica cittadinanza!
Dunque, il problema è concreto ma le risposte sbagliate: si urla all’untore, si grida l’emergenza, si approvano decreti su decreti, si pensano pene altissime per chi viola la legge, si organizzano ronde e si colpevolizzano gli extracomunitari, senza tenere conto che la violenza dilagante oggi è dovuta anche a cittadini italiani. La violenza è violenza senza preferenze di colore o provenienza.
Di fronte al problema della sicurezza che si presenta, oggi più che mai urgente, occorrono delle risposte diverse.
Ovviamente il presidio del territorio. Occorre quindi che le forze dell’ordine siano più presenti con azioni di prevenzione e repressione nei confronti di coloro che commettono reati.
Altrettanto importante la certezza e la velocità della pena. Non basta annunciare pene severissime se poi chi commette reati non resta in carcere, occorre che i tribunali assicurino veramente i trasgressori alle pene correlate, e che ci sia una velocità effettiva nell’esecuzione di tali pene.
Terzo punto importante, ripristinare il principio che l’arroganza e la prepotenza non pagano, sia che si parli di reati contro le persone, sia che si parli di reati contro la proprietà – anche se a commetterli sono i grandi speculatori finanziari – oppure che si tratti di norme che vanno a tutela solo di qualcuno (dal Lodo Alfano alle quote latte).
Infine, intervenire sul territorio come seria opera di prevenzione. Occorre che si organizzino i tempi e luoghi per una rinnovata vita collettiva che torni a riempire le città perché, è stato provato, che laddove i cittadini non vivono più le strade delle loro città queste si riempiono delle più svariate forme di devianza.
Sono risposte complesse per un problema altrettanto difficile che non tocca solo il nostro Paese ma tutte le aeree a grande concentrazione urbana. Purtroppo, il problema della sicurezza non si risolve con l’immediatezza e né tanto meno fomentando la paura che anzi, rischia di acuire anche quel fenomeno che è la percezione dell’insicurezza facendo intravedere fantasmi anche laddove non esistono.

dal blog di sergio vallero

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